San Marco 25 aprile

La festa di San Marco viene celebrata nella chiesa omonima che si trova a Venezia, tutto si celebra il 25 aprile come ogni anno.

Remo Sammartino, nella sua opera sulla Chiesa Madre, afferma che «per la introduzione del culto di San Marco in Agnone e la presenza del classico leone alato quale motivo ornamentale in più case antiche dell’abitato, corrono due versioni: l’una tende ad affermare che il culto dell’Evangelista, per così dire, veneto e il surricordato motivo architettonico ricorrente sarebbero stati introdotti da profughi veneti (o anche dalmati) fuggiaschi ai tempi delle incursioni turche nel mare Adriatico; l’altra affermerebbe invece che un Borrello, desiderando dare al figlio una educazione degna del casato, lo avesse inviato a studiare a Venezia, ospite di nobili veneziani. Dopo lungo soggiorno nella capitale gloriosa della Repubblica veneta, il giovane Borrello, tornato nella contea avita ed entusiasta della civiltà e del costume veneti, introdusse il culto di San Marco.

san marco a venezia
San Marco 25 aprile (AltoSannio.it)

Chi entra per la prima volta in detta chiesa fa fatica a credere essere, questa, la chiesa-seme da cui la città nacque e germogliò, sotto il segno di una preordinata, organica e vasta soluzione urbanistica. Per convincersene bisogna riandare alle due distruzioni calamitose – precisamente quella da incendio del 1390 e l’altra, pure da incendio, del 1610 – e, quindi, pensare che il sacro edificio è stato ricostruito due volte e, poi, a cavallo dei secoli XIX e XX, radicalmente “schiaffeggiato” di stucchi, che ne hanno nascosto i lineamenti originari.

Questa che guardiamo oggi è, dunque, nella sua quarta versione.Lo stucco, che venne a cancellare, talvolta integralmente, le caratteristiche architettoniche primitive di questa e di altre chiese locali, fu la “moda” di quegli anni. Chi scrive ricorda bianche, di un bianco-calce violento, tutte le chiese di Agnone. Ha inizio negli anni venti la fase delle tinteggiature e decorazioni. Si cominciò nell’Anno Santo 1925 con la chiesa di Sant’Antonio Abate, che venne decorata da artisti di scuola romana. Seguirono in ordine cronologico, le chiese dell’Annunziata, della SS. ma Trinità, di San Pietro Apostolo, di S. Biase, di S. Amico, la chiesa di Maiella e di S. Nicola. La chiesa di San Marco venne affrescata nel 1931.

Al Santo l’altare

Entrando dalla porta maggiore, a destra, si trova subito l’altare dell’Evangelista. È piuttosto singolare e non si sa bene quanto conforme al dettaglio dei principi liturgici il fatto che al Santo, titolare della chiesa, sia stato dedicato l’altare…a bocca alla porta, come direbbe oggi un buon cristiano nella espressione genuina locale.

Campeggia sull’altare una tela (m 4×3,50) che raffigura l’Evangelista, all’atto di scrivere il proprio Vangelo, seduto davanti ad uno scrittoio ricoperto di ricco tappeto. Ai piedi il Leone. In alto, al centro, due angeli reggono la scritta Pax tibi Marce. Sopra di loro la colomba, simbolo iconografico dello Spirito Santo. La tela, come risulta da una “memoria” del 1906, venne restaurata da Prospero Carracino, di Borrello, nel 1825.

Sulla mensa, là dove, di solito, si colloca la custodia per le sacre Specie, è il busto ligneo di San Marco. La statua è opera di pregio. Vien fatto di chiedersi se lo scultore non avesse familiarità con l’Evangelista del Velasquez, tanto ne è vicina l’ispirazione e la composizione dell’ampio paludamento. Immaginarla intera, questa statua, ne risulta una statura imponente.

E San Marco, l’Evangelista discepolo e interprete di Pietro, che, nel 62 d.C. aveva colto ad Alessandria d’Egitto la palma del martirio, è qua, sotto le volte della chiesa madre, la mano delicatissima che impugna la penna d’argento, lo sguardo in alto, come immerso in un colloquio col cielo, ad annunciare in eterno la scena che soggioga e incanta: mentre erano adunati gli undici discepoli, apparve loro Gesù».

“Fino agli anni venti, quella di San Marco era la prima processione e apriva il ciclo delle tante che si svolgevano lungo l’arco dell’anno”.

La festa è antichissima, tant’è che “nel 1438, Giacomo Caldora, Duca di Bari e Capitano d’armi, possessore della terra di Agnone, concesse la fiera, tre giorni prima e otto giorni dopo la festa di San Marco Evangelista”.

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