Il Governo Meloni è al lavoro da mesi per superare la Legge Fornero ma purtroppo, quel che ci aspetta, potrebbe essere pure peggio: dal 2027 non basteranno 43 anni di lavoro per andare in pensione.
Superare la Legge Fornero era uno degli obiettivi di legislatura del Governo Meloni e il 2026 potrebbe essere l’anno giusto per compiere tale passo. Un passo decisamente azzardato per le casse dello Stato. Ma il premier lo aveva promesso ai suoi elettori in campagna elettorale e, dunque, non vuole tradire questa promessa.
La legge Fornero ha molti più paletti di quelli che la maggior parte dei contribuenti conosce. Infatti tutti pensiamo che si limiti ad aver fissato l’età pensionabile a 67 anni e il requisito contributivo minimo a 20 anni. Ma non è così: la legge Fornero prevede anche che ogni due anni l’età pensionabile aumenti se, nel frattempo, è aumentata l’aspettativa media di vita. E in Italia, quest’ultima, continua a salire.
Pertanto se la Legge Fornero resterà in vigore così come è adesso, dal 2027 in avanti l’età pensionabile passerà da 67 anni a 67 anni e tre mesi. Il Governo Meloni è fermamente intenzionato a fermare questo aumento ma tra il dire e il fare c’è di mezzo la situazione dell’Inps. Quasi inevitabilmente molti, dal 2027, dovranno timbrare il cartellino per più di 43 anni.
Stiamo tutti attendendo l’entrata in vigore della Manovra di Bilancio 2026 per capire cosa effettivamente cambierà in termini di pensioni. Le intenzioni del Governo Meloni sono delle migliori ma bisogna fare i conti con la realtà e la realtà ci dice che le casse dell’Inps non sopporterebbero un blocco dell’età pensionabile. Dunque che cosa succederà?
Come anticipato nel paragrafo precedente, il Governo di Giorgia Meloni ha più volte ribadito la volontà di bloccare l’aumento dell’età pensionabile di 3 mesi previsto dalla Legge Fornero. Tale balzo in avanti dovrebbe entrare in vigore non il prossimo anno ma a partire dall’1 gennaio 2027. Tuttavia bloccare l’età pensionabile a 67 anni per sempre significherebbe il crollo delle casse dell’Inps.
Infatti mentre la durata media della vita continua a salire, le nascite continuano a diminuire e sempre più giovani emigrano all’estero. Pertanto, se l’età per la pensione di vecchiaia venisse bloccata, l’Inps dovrebbe erogare assegni per un numero sempre più alto di anni e con sempre meno giovani che versano i contributi in Italia. Che fare? Il Governo sta valutando di bloccare l’età pensionabile solo per i lavoratori precoci, cioè coloro che hanno iniziato a lavorare prima dei 18 anni.
Pertanto dal 2027 per accedere alla pensione di vecchiaia serviranno 67 anni e 3 mesi di età e 20 anni di contributi. Non solo: aumenteranno anche i requisiti di accesso per la pensione anticipata ordinaria. Attualmente per sfruttare questa misura occorre aver maturato almeno 42 anni e 10 mesi di contributi nel caso degli uomini o 41 anni e 10 mesi nel caso delle donne. Dal 2027 il requisito contributivo, invece, salirà a 43 anni e 1 mese e a 42 anni e 1 mese. Molti lavoratori, pertanto, dovranno timbrare il cartellino per addirittura più di 43 anni.
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