Tra martelli, fuoco e ceselli, il rame del Molise diventa arte. Un viaggio nelle botteghe di Agnone, dove la tradizione prende forma e brilla di luce antica

L’arte è l’attività umana volta a creare opere di valore estetico, non sempre legata al concetto di bellezza, ma alla capacità di suscitare emozioni e riflessioni. Un’opera diventa artistica quando nasce da processi creativi e innovativi, frutto di abilità, perizia e talento.
Accanto a questa definizione esiste un altro significato di arte, legato alle attività che affondano le proprie radici nelle tradizioni secolari. In questo senso, i Maestri d’Arte sono coloro che, con maestria e professionalità, mantengono vive tecniche tramandate nel tempo, simbolo di cultura e identità.
Le arti tradizionali dell’Alto Molise
Nel territorio almosaviano, che comprende l’Alto Molise, il Sangro e il Vastese, sopravvivono ancora oggi antiche attività che rappresentano forme d’arte autentiche: la lavorazione del cuoio, della tessitura, del ferro battuto, del bronzo, della ceramica e soprattutto del rame.
La lavorazione del rame ad Agnone
La lavorazione del rame è sempre stata una delle arti più diffuse nel Molise, e in particolare ad Agnone, dove ramai, orafi e fabbri hanno tramandato per secoli le tecniche tradizionali. I manufatti in rame venivano prodotti per l’arredo, per l’ornamento personale e per gli utensili da lavoro e da cucina, contribuendo a rendere Agnone un centro rinomato in tutta Italia.

Le origini di questa arte risalgono a tempi remoti, ma si svilupparono pienamente con l’arrivo dei coloni veneziani, che introdussero il gusto del cesello artistico nelle tine e nei mestoli. Le botteghe più note erano quelle della Chiesa di San Marco, degli Antonelli e dei Cerimele. I manufatti, prodotti in inverno, venivano poi venduti durante le fiere estive, e grazie alla transumanza raggiungevano i mercati di Puglia e Abruzzo.
La fucina e le tecniche di lavorazione
Oggi il rame grezzo viene importato e lavorato ancora da pochi maestri artigiani, che mantengono viva la tradizione con tecniche antiche. Si producono bracieri, conche, piatti ornamentali, mestoli e paioli, tutti sagomati a mano e particolarmente apprezzati per la loro autenticità.
La battitura e la ricottura
Il rame è un metallo malleabile, che può essere lavorato a freddo mediante martellatura. La battitura lo indurisce progressivamente e lo rende più sottile; per evitare rotture si procede a una fase di riscaldamento, detta ricottura, portando il metallo a circa 500 gradi e raffreddandolo lentamente. L’artigiano, con il solo martello di legno, riesce a modellare la lastra fino a ottenere curve e raccordi armoniosi, rafforzando al tempo stesso le parti più delicate del manufatto.
L’imbutitura e la pulitura
L’imbutitura consiste nel deformare la lamiera a freddo per ottenere una forma cava, utilizzando un blocco di legno cavo e martelli di bosso. Terminata la modellazione, l’oggetto viene immerso in un bagno di acido solforico diluito per rimuovere le impurità (decapaggio) e poi pulito con acqua e paglietta.
La martellatura e la finitura
L’ultima martellatura ha anche uno scopo estetico: può essere liscia o decorata, con colpi ravvicinati che creano motivi geometrici o arabeschi. Gli orli vengono rinforzati con tondini di ferro o ottone, applicati e ribattuti per garantire resistenza e durata nel tempo.
La stagnatura e la cesellatura
Per gli utensili da cucina è indispensabile la stagnatura, che protegge il rame dalla corrosione e dagli acidi alimentari. Lo stagno viene sciolto con il calore e steso uniformemente con cotone fino a ricoprire tutta la superficie interna.
La cesellatura è la fase più raffinata della lavorazione e può avvenire a incisione, semisbalzo o sbalzo. Con punzoni e martelli di bosso, il cesellatore traccia i motivi decorativi, incidendo la lamiera o modellandola in rilievo. Gli oggetti più pregiati vengono poi bruniti e lucidati, ottenendo superfici calde e luminose, con sfumature che variano dal rosso al dorato.
Il rame: storia e significato
Il rame, elemento chimico di numero atomico 29 e simbolo Cu, è probabilmente il primo metallo utilizzato dall’uomo. Oggetti in rame datati oltre l’8700 a.C. sono stati ritrovati in Medio Oriente e in Anatolia. Il suo nome deriva dal latino aes Cyprium (“rame di Cipro”), poiché da quell’isola proveniva gran parte della produzione in epoca romana. In passato, rame e bronzo erano considerati materiali equivalenti e utilizzati per armi, utensili e decorazioni.
In Italia le principali miniere di rame si trovavano a Predoi e a Montecatini Val di Cecina, ma la produzione era sempre limitata. Oggi il rame resta un materiale prezioso, simbolo di un sapere artigiano che continua a vivere grazie alla passione dei pochi maestri che ne custodiscono i segreti.