di Maria Antonietta Gentile[1]
Il 1° maggio, a Castel del Giudice, si celebra La Maggiolata, un rito propiziatorio per festeggiare la primavera e il risveglio della natura.
Di buon mattino, un gruppo di ragazzi in costume, con rami di faggio in mano (il faggio è il primo albero con foglie verdi che compare in questa stagione) gira per le strade ed entra nelle case cantando, per augurare una buona annata per il raccolto. Bussano alle varie porte e, dopo aver cantato i versetti che seguono, recitano in coro “soldi in tasca e ova alla cesta”: è un modo per chiedere offerte di cibo (soprattutto uova) e anche monetine. Fin qui i bambini.
Giunta l’ora di pranzo, è il turno degli adulti: con le uova raccolte, i grandi cuochi del paese preparano enormi frittate che, insieme a tutte le altre cibarie raccolte, vengono consumate nella piazza del piccolo centro molisano, su tavolate allestite per l’occasione: panini con frittata, sopressate, caciocavalli e dolci, questi ultimi preparati dalle brave signore di buona volontà.
Il canto de “LA MAGGIOLATA” recita così:
Ecco il maggio
il sole splende il raggio
verde i prati verde i campi
nella tempestato
Iddio c’è la scampi
l’animale con la spiga
noi cantiamo con amore
come pure l’agricoltore.
Eccoti queste maje
maje majtte
purtate ve l’aje
e purtatemele a vede’
quiste maje pe’ sape ‘
a purtare le cose belle
e venite voi signore
a purtare le cose bone
e per la città de Bari
e per Santa Niculare
Santa Nicola faceva la spiga
Santa Nicola la benedica
Santa Nicola canta canta
Padre Figlio E Spirito santo.
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[1] Maria Antonietta Gentile: nata e cresciuta a Castel del Giudice, si è poi trasferita a Roma dove ha insegnato. Attualmente in pensione, si dedica con passione all’arte della ceramica. Non ha perso il legame col suo paese d’origine dove torna spessissimo e di cui ama descrivere le tradizioni.
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