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Attualitá

Il Mondo di Maria – Ci nutrivamo di fantasia

I bambini, una volta, giocavano per strada, senza grandi pericoli per la loro incolumità. Correvano e saltavano, facevano giochi collettivi, litigavano, gridavano, si scontravano.

Tutto rientrava nella normalità e le vie risuonavano della loro allegria contagiosa. Le giornate passavano in modo semplice ma intenso, tra polvere, ginocchia sbucciate e risate sincere.

Il Mondo di Maria – Ci nutrivamo di fantasia (AltoSannio.it)

Tutti noi siamo cresciuti così, con scarpe rotte, abiti informi, ma felici di vivere in libertà e autonomia. Bastava poco per divertirsi. Ogni tanto una mamma si affacciava alla finestra o usciva sul portone per controllare che tutto procedesse bene, che nessuno si fosse fatto male; poi, rassicurata, rientrava in casa a sbrigare le sue faccende domestiche.

Intanto noi, sulla strada sterrata o nella piazzetta del quartiere, ci sbizzarrivamo a fare “i 4 cantoni”, “uno, due, tre, stella”, “mazzapezzotte”, “scoppa a nasconne” e “scoppa a’cchiappà”. E poi c’era la corda per saltare, le “vricce” (sedili improvvisati fatti con pietre o scalini) per riposarci un po’, e i maschi da osservare mentre giocavano a “zomba cavallo” o facevano rotolare il cerchio con un bastone. Qualche volta, tutti insieme, improvvisavamo il gioco dei pegni o si andava “a Gerusalemme senza ridere e senza piangere”, tra mille risate trattenute. La nostra fantasia si nutriva di poco, ma sapeva trasformare ogni oggetto in un gioco, ogni spazio in un’avventura.

I lunghi pomeriggi estivi

Nei lunghi pomeriggi estivi, col sole alto e il tempo che sembrava infinito, bastavano pochi amici per sentirsi parte di qualcosa di speciale. E così, affamati, assetati e stanchi, al calar della sera tornavamo a casa, dove crollavamo a tavola, divorando pane e pomodoro, prima di addormentarci profondamente.

Cara infanzia! L’abbiamo vissuta in ristrettezze, ma eravamo felici: ci sentivamo i padroni del mondo, liberi e spensierati.

Oggi, invece, i ragazzi vengono accompagnati dai genitori in palestra, in piscina, a studiare musica. Sono puliti, ben vestiti, educati, parlano correttamente l’italiano. Giocano in casa con le costruzioni Lego o con le bambole, guardano i cartoni animati in TV, maneggiano il computer con disinvoltura. E quando festeggiano il compleanno, lo fanno in ludoteca, circondati da palloncini colorati e animatori.

Un’infanzia diversa, forse più sicura, ma certamente meno libera.

Matteo Fantozzi

Giornalista pubblicista dal 2013 è laureato in storia del cinema e autore di numerosi libri tra cui “Gabriele Muccino il poeta dell’incomunicabilità” e “Gennaro Volpe: sudore e cuore”. Protagonista in tv di trasmissioni come La Juve è sempre la Juve su T9 e Il processo dei tifosi su Teleroma 56.

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