Una storia che parla di unione(letterale), di economia e ‘ribellione’: tutti i segreti dei dolcetti catanesi che portano il nome della bella Napoli, perché si chiamano così?
Sicilia: terra di arte, di artigiani, contadini, ma anche scrittori, filosofi, cantanti e pittori di alto grado. Una terra ricca già in senso letterale del termine, basta pensare a quella di tutto il territorio circostante l’Etna, che grazie alla presenza di tanti minerali è in grado di conferire alla frutta e alle varie coltivazioni un sapore e una crescita unici nel loro genere. L’Isola tuttavia è composta da tantissime città spettacolari, tra cui Messina, Palermo, Siracusa, Modica, San Vito Lo Capo, Mazara Del Vallo, così come Catania.

E proprio nella splendida Catania, città agatina per eccellenza, troviamo la natalità di dolcetti incredibili che ancora ad oggi vengono preparati con amore. La loro storia è così intrinseca di mistero che nessuno è in grado di capire il perché di questo loro nome, eppure di ipotesi ce ne sono parecchie. Sono sicuro che avrai già capito di quale dolcetto io stia parlando!
I dolcetti catanesi ‘dedicati’ a Napoli: una storia di ribellione e ‘unificazione’
Diverse sono le ipotesi sulla nascita di questi dolcetti, specialmente legate al loro nome: ovviamente ti sto parlando delle famose Rame di Napoli, biscotti morbidi a base di cacao, vino cotto, marmellata di arance e glassatura di finissimo cioccolato fondente. Presenti in due versioni, a forma sferica oppure ovale, rappresentano forse l’eccellenza dolciaria di tutto il territorio catanese, anche se sono ormai diffuse da anni e anni in tutto il resto della Sicilia.
Ti starai chiedendo perché si chiamino proprio così e spesso nel resto d’Italia si fa parecchia confusione visto il nome. Beh, in realtà posso iniziare col dirti che nonostante nel loro sia presente Napoli, la città e tutta la Campania non c’entrano nulla, o meglio, è Catania la madre ufficiale di questi strepitosi dolcetti ricchi e golosi.

Ancora ad oggi, nel 2025 non si hanno conferme ufficiali, solo ipotesi sul perché si chiamino così. Tra queste ne troviamo una che vede un pasticcere napoletano stabilitosi a Catania che ha voluto onorare i prodotti tipici siciliani in un dolcetto, specialmente per la presenza della marmellata di arance. Ma l’ipotesi più attendibile sembra essere un’altra!
Rame di Napoli, l’ipotesi più plausibile
Bisogna tornare al periodo della dominazione borbonica: prima di questa le monete coniate come mezzo economico erano in oro e argento, materiali particolarmente preziosi. Nel 1816 però, con l’unificazione della Sicilia al Regno di Napoli, fu coniata una nuova moneta per l’appunto in rame. Questa decisione piacque davvero poco ai siciliani che videro ‘snaturata‘ e deprezzata la loro valuta, così iniziarono a produrre una sorta di ‘moneta finta‘ ovvero proprio questi dolcetti, scambiandoseli in segno di protesta come fossero vere e proprie monete.
Secondo altre fonti invece, dopo la formazione del Regno delle due Sicilie per mano di Ferdinando I di Borbone, quest’ultimo fece visita alla città di Catania, pertanto i catanesi decisero di realizzare un dolce appositamente studiato per l’occasione. Ancora ad oggi le Rame di Napoli sono avvolte dal mistero, ma ci dimostrano come nel bene o nel male, il Sud sia sempre stato più unito che mai!