di Flora Delli Quadri [1]
II 10 maggio si festeggia San Cataldo. Vissuto nel VII secolo, fu vescovo di Taranto, città di cui è patrono e dove si trova la sua tomba. Non si tratta di un Santo locale, ma un Santo irlandese, Vescovo di Rachau, approdato, di ritorno da un viaggio in Terrasanta, in una località presso Lecce, che da allora si chiama, appunto, San Cataldo.
La sua santità è legata a numerosi miracoli, che diffusero il suo nome dapprima in Puglia, poi in tutta Italia, da nord a sud. Non si contano i paesi che coltivano il suo culto: a suo nome s’intitolarono cappelle e chiese, località e paesi, dalla costa del mare al crinale dei monti.
Anche in Altosannio si registra la devozione a questo santo: ad esempio, a Giuliano Teatino (CH) lo hanno eletto protettore (insieme a sant’Antonio di Padova) della frazione che porta il suo nome. A Poggio Sannita (IS) esiste una località caratterizzata da maestose querce, dette le “querce di San Cataldo”, dove pare che il santo nelle sue peregrinazioni abbia trovato riposo e refrigerio.
Anche se viene invocato contro le guerre, le epidemie e la morte improvvisa, il suo nome è legato ai molti proverbi sul tempo.
Un’ altra filastrocca dice:
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Un grazie a Mimina Bagnoli, Giuseppe De Santis e Mercede Catolino, tutti di Agnone, per aver contribuito a suggerire le credenze e i proverbi di cui si parla nell’articolo.
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[1]Flora Delli Quadri, Molisana di Agnone (IS), prof.ssa di Matematica in pensione. Si occupa di cultura, politica e teatro; pur risiedendo altrove, ha conservato intatto l’amore per il suo paese d’origine che coltiva in forma attiva.
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