Articolo tratto da www.abruzzoservito.it del 28 aprile 2014

I treni turistici che invece hanno percorso la tratta negli ultimi anni della sua storia storia, invece, erano quelli FS mossi dai viaggi di Transita, la piccola società abruzzese-molisana che ha lottato fino a sfiancarsi perché il tragitto abruzzese della Transiberiana d’Italia rimanesse attivo. Se l’arrivo delle locomotive a vapore storiche significa questo, dovrebbe essere un successo di tutti e per tutti.
Infatti a darne notizia su Facebook è il presidente del Parco Nazionale della Majella, Franco Iezzi, copia/incollando il comunicato in cui la Fondazione snocciola:
• quattro itinerari unici sulle linee secondarie di Lombardia, Toscana, Abruzzo e Sicilia
• dal Lago d’Iseo alla Val D’Orcia, dal Parco Nazionale d’Abruzzo alla Valle dei Templi di Agrigento
• i convogli storici potranno essere noleggiati anche per gite “su misura”
• la Fondazione FS aperta a partnership con enti e associazioni interessati a valorizzare il territorio
Roma, 23 aprile 2014
E poi la nota specifica: “Locomotive a vapore, diesel ed elettriche, carrozze in legno dei primi del ‘900 e “Littorine” per condurre i viaggiatori tra il verde, l’arte e le bellezze nascoste della nostra Provincia.
L’iniziativa è della Fondazione Ferrovie dello Stato Italiane ed ha lo scopo di valorizzare la storia e la cultura del trasporto ferroviario, alla scoperta di un territorio poco conosciuto, attraversato da vecchie linee ferroviarie non più interessate dalla grande mobilità pendolar”e.
Treni appositamente restaurati per viaggiare in mezzo a borghi e paesi nascosti nel vere, un vero e proprio “museo dinamico” alla portata di tutti.
Dunque quattro gli itinerari: in Abruzzo, la “Ferrovia del Parco”, la seconda linea ferroviaria più alta della rete FS dopo il Brennero che s’inerpica fino a Roccaraso e i boschi della Majella; la “Ferrovia del Lago” in Lombardia, che si snoda da Palazzolo sull’Oglio a Paratico/Sarnico sulle rive del Lago d’Iseo; in Toscana, la “Ferrovia della Val D’Orcia”, da Asciano a Monte Antico nell’incantevole paesaggio delle “Crete Senesi”. Il “museo dinamico” della Fondazione si muove, infine, in Sicilia, con la “Ferrovia della Valle dei Templi”, splendido itinerario che tocca Agrigento Bassa e Porto Empedocle, passando tra i Templi della Magna Grecia, Patrimonio dell’Unesco.
E la notizia più attesa: “Rete Ferroviaria Italiana, socio fondatore della Fondazione FS Italiane , si occuperà della manutenzione delle quattro linee per consentire il transito di convogli a bassa velocità e far rivivere ai viaggiatori emozioni e ritmi di altri tempi”. Questo dopo che tale onere è rimbalzato fra le istituzioni inutilmente, dopo appelli e mobilitazioni, perché fosse condiviso, visto che per le Ferrovie sono un costo alto che però è stato deciso di sostenere. Magari proprio grazie al potenziale grandissimo che la linea ha dimostrato con i viaggi militanti e sempre affollati condotti fino ad oggi.
Una risorsa turistica di grande impatto fuori dall’Abruzzo che adesso sarà gestita dalla Fondazione, ma con forme di partnership con gli Enti o le Associazioni locali “al fine di valorizzare la bella “provincia italiana”, poco conosciuta ma ricchissima di attrattive. I treni storici della Fondazione FS che correranno su questi “binari senza tempo” potranno anche essere noleggiati per gite “su misura”. Tutte le informazioni sulle corse, i biglietti ed i calendari dei viaggi saranno disponibili su www.fondazionefs.it.
Mi rallegro di quest’articolo e noto nuovamente un particolare bizzarro.
Per l’ennesima volta la tratta descritta nell’articolo sarebbe una non ben identificata “ferrovia del Parco”, particolare definizione figlia di qualche “licenza ferroviaria” coniata ultimamente che però non rende merito ad una tratta centenaria.
Purtroppo è abitudine voler dare una veste esclusivista ad un progetto che costituì la spina dorsale ferrata di una nazione neonata, l’Italia.
Per questo, e per mille altri motivi di fratellanza e continuità territoriale, la tratta è stata soprannominata “Transiberiana d’Italia”, patrimonio nazionale in quanto concepita prima delle divisioni regionali.
Chiunque intenda apporre un marchio per rinchiuderla in angusti recinti disegnati su cartine politiche commette un errore e ne depotenzia la valenza. Immagino che il presidente Franco Iezzi faccia riferimento ad un vecchio comunicato che permetteva il transito solo fino a Castel di Sangro ed abbia involontariamente dimenticato il grandissimo successo di presenze del “treno del tartufo bianco” e del futuro “treno del presepe” di Carovilli, nella provincia molisana d’Isernia, che si terrà il 26 dicembre prossimo.
Purtroppo per il presidente il treno è già tutto esaurito da moltissimi giorni, ci sarebbe piaciuto vederlo insieme a noi impegnato nel mantenimento dell’intera tratta e nell’auspicabile rilancio dei Pescara-Napoli ordinari che ancora oggi potrebbero essere fondamentali per la mobilità tra le due coste.
In ogni caso ricordo a tutti, incluso il dottor Iezzi, che è sempre aperta la raccolta firme ed il relativo tavolo virtuale per la tutela della Carpinone-Sulmona che ad oggi ha raccolto oltre duemila adesioni da tutto il mondo, rimangono invece scarse le adesioni da parte di rappresentanti istituzionali di qualsiasi ordine e grado.
#NonPerdiamoQuestoTreno non intende vantare primati che non possiede sulla difesa della linea ma continua ad essere al fianco di chiunque si impegni a valorizzarne la storia ed il tracciato, nessuna traversina esclusa.
Cordialissimi Saluti a tutti i lettori, molisani ed abruzzesi.