Poesia di Gustavo Tempesta Petresine [1] musicata, suonata e cantata dallo stesso Gustavo.
Teresina, Storia di emigrazione
Per ascoltare la canzone cliccare sul triangolino, alla sinistra della striscia, qui sopra. La canzone è cantata in dialetto, comprensibilissimo. Comunque, i versi qui sotto, sono riportati in italiano e ne aiutano la comprensione.
Teresina
Teresina mischia uova e farina
per fare le “sagne,”
mentre una lacrima lucente – riflesso d’argento –
dagli occhi neri, scende.
Era il tempo dei fichi maturi
quando lasciò: un vecchio amore
un velo bianco, un vestito da sposa,
un mazzo di fiori d’arancio con in mezzo una rosa.
Un treno aspettava alla stazione:
– treno che fischia e porta lontano –
treno che non aspetta nessuno
e ti lascia con la valigia in mano.
Avevi in mente solamente Milano;
nemmeno sapevi se stava vicino o stava troppo lontano.
Teresina ha la faccia bianca e odora di colla.
La sera esce dalla fabbrica con la borsa a tracolla.
Teresina ha lasciato Milano, è partita;
anche lì ha lasciato un amore e una storia passata.
Treno che aspetta qualcuno alla stazione
treno che fischia e ti riporta lontano…
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[1] Gustavo Tempesta Petresine, Molisano di Pescopennataro (IS), si definisce “ignorante congenito, allievo di Socrate e Paperino”. Ama la prosa e la poesia, cui dedica molto del suo tempo, con risultati eccezionali, considerati i premi conseguiti e la stima di tutti.
Editing: Enzo C. Delli Quadri