di Gustavo Tempesta Petresine [1]
Settembre, andiamo…
Settembre, andiamo è tempo di sloggiare
In terra di Molise i villeggianti
lasciano i monti e tornan’ verso il mare.
Tornano all’adriatico selvaggio
già rimembrando la scialacquata estate.
Han bevuto profondamente ai natii luoghi.
Che sapor d’acqua natia rimane nei cuori
esuli, sconforto! Che presi troppo della lor
cittadina sete, rinnovato han’ già la “Ferrarelle.”
Or vanno in tangenziale piano piano
quasi per un grigior, fiume asfissiante,
con la cravatta dei romiti padri.
O voce di colui che primamente
conobbe la sua angoscia cittadina,
ora anch’esso pel cimiter’ cammina
si come greggia.
Senza mutamento è l’aria,
lo smog infeltra si la morta lana
che quasi dalle stoppie non divaria.
Infastidìo, stropiccìo, truci rumori
Sono scomparsi ormai i miei pastori!
_______________________
[1] Gustavo Tempesta Petresine, Molisano di Pescopennataro (IS), si definisce “ignorante congenito, allievo di Socrate e Paperino”. Ama la prosa e la poesia, cui dedica molto del suo tempo, con risultati eccezionali, considerati i premi conseguiti e la stima di tutti. Il suo lavoro più bello: il libro di poesie “Ne Cande”
Copyright Altosannio Magazine
Editing: Enzo C. Delli Quadri
E’ stato un gioco facile e sincero la parafrasata poesia di d’Annunzio per te caro TEMPESTA , che hai nel sangue una grinta poetica unitamente ad una vena ironico -satirica ….e rispondente alla realtà odierna.