di Gustavo Tempesta Petresine[1]
Scazzafuttəjènnə
Rə vièndə frìddə
passèttəda ‘na sfrìscca,
purtava apprièssə
‘na lacrema də viernə.
E də felzùnə anniendə
a me scappèttə,
jennə può a sfottə
‘na flamba trettəcàndə
ca z’avvambàva
déndrə arrə fəculuàrə.
Infastidendo
Il vento freddo
passò da una fessura
portando con se
una lacrima di inverno.
A tradimento mi impedì
il cammino
andando a infastidire
una fiamma traballante
che ardeva nel focolare.
Questa poesia è tratta dal libro di Gustavo, NE CANDE edito da Edizioni SIMPLE (si trova su internet)
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[1] Gustavo Tempesta Petresine, Nativo di Pescopennataro, si definisce “ignorante congenito, allievo di Socrate e Paperino”. Ama la prosa e la poesia, cui dedica molto del suo tempo, con risultati eccezionali, considerati gli apprezzamenti e i premi che consegue continuamente. Il suo libro di poesie più bello e completo si chiama “‘Ne cande”
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Le tue poesie emozionano sempre, Gustavo, e ci sorpendono , come questa, con il vento che infastidisce al suo passaggio. Proprio come nella realtà.
Pura essenza. Grande Gustavo
Ciao, Gustavo Tempesta Petresine.
La tua poesia è molto bella nella sua semplicità letterale, nella ricercata espressione del suo lessico dialettale, nel suo realismo, spesso vissuto da quanti hanno sperimentato il fascino ammaliante di una fiamma tremolante nel focolare.
Quante volte, nella vita, è intervenuto un elemento prevedibile, ma imprevisto da noi, che è venuto a “disturbare”, a modificare, ad interrompere situazioni di comodo in cui ci eravamo adagiati, ad interferire nel nostro amato agire quotidiano, ad interrompere i nostri sogni ed a richiamarci ad una realtà che volevamo, forse, rifiutare, o semplicemente … ignorare. …
Grazie, Gustavo Tempesta Petresine, per le tue sapienti creazioni poetiche.