di Massimo Gargiulo [1]

I CONVITTORI
Ricordi, Alfredo ,
quelle prime notti
di prorompente primavera ?
Stavamo sporti alla finestra della camerata,
puzzolente di piedi e scarpe fradice di cento convittori,
per respirare il balsamo fresco e fragrante di profumi d’erbe e di ciliegi.
Intimiditi dalla luce bianca della Luna,
ci smarrivamo tra i Carri, il Cigno e Cassiopea
sotto la cappa scura della notte
trapuntata di lucciole astrali.
Si ragionava sul perché ci siamo,
su dov’era Dio tra quelle stelle.
Ci chiedevamo dove e cosa erano ormai
quelli che prima di noi
erano stati carne, cuori e sentimenti.
Solo silenzio ed eterno oblio?
“Certa an incerta quando venit mors”
Così sermoneggiava al vespro don Gennaro
terrificando il sonno dei masturbatori
con cecità e fiamme divoranti dell’ inferno.
Ciò nonostante qualche brandina spesso cigolava.
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[1] Massimo Gargiulo: nato a Napoli, città dove vive, ha trascorso, da studente, l’adolescenza e la prima giovinezza ad Agnone, ospite del Convitto Vescovile di San Bernardino, quando ancora il Molise e Abruzzo erano un tutt’uno. L’amore per la nostra regione è rimasto intatto nel tempo e lo induce a trascorrere molto del suo tempo libero in terra d’Abruzzo. I suoi hobby sono la poesia e la pittura.
[2]San Bernardino: antico convento di Agnone (IS) che è stato per molti anni Convitto Vescovile e ha ospitato studenti medi provenienti da tutte le parti d’Italia. Il Rettore era Don Gennaro Di Nucci di Capracotta.
Editing: Flora Delli Quadri
Copyright Altosannio Magazine
Versi struggenti, intrisi di nostalgia non solo della giovinezza, ma anche e soprattutto di un periodo felice della vita in cui si crede di possedere il mondo, perchè tutto sembra accessibile alle nostre forze.
Congratulazioni.
Carnale e celestiale poesia, vibrante di cultura, nostalgia e bellezza!Complimenti.