Poesia dedicata da Angelo Iavicoli[1] a coloro che sono lontani dalla propria terra, in modo particolare ai Castiglionesi e Triventini sparsi per il mondo.
Nostalgia
Dal mare dell’anima
emergono luoghi lontani.
Galleggiano
in un mondo senza nome
ed io con loro.
Sono i miei monti, il bosco
e il campanile.
E’ come un film,
di quelli in bianco e nero.
Li colora gli occhi della memoria
usando i colori del cuore .
Mute, deserte
si snodano le strade
mentre dalle finestre
dell’antico borgo sussurrano
un canto senza note.
Sono persone
vissute in altri tempi.
Sono affacciate per salutare
il vento,
per consegnare a lui
il solito messaggio
bello e triste
che invita a ritornare
in quelle case, per ridonare ad esse
luce e vita.
Vorrei far risuonar
di nuovo i vicoli
di grida argentine di bambini,
vorrei sentir la voce
dei vegliardi raccontar fiabe,
la voce
della chiesa che nell’ombra prega
e della torre che con i rintocchi
chiama e scandisce l’ore.
E’ sogno o realta’?
E’ nostalgia.
_____________________________
[1] Angelo Iavicoli, abruzzese di Castiglione Messer Marino, sin da ragazzo mostra una particolare inclinazione verso le discipline umanistiche, in generale, e la poesia, in particolare. Vive tra Trivento (CB) e l’estero; appena può, va a ritemprare mente e cuore nel suo Abruzzo.
editing: Enzo C. Delli Quadri