di Marisa Gallo [1]
Paese Mio – ieri e oggi – e domani?
Strette intorno alla chiesa e al campanile,
dove risuonan le campane a festa,
aggrappate alla montagna, dai tetti
scuri stan le vecchie case di pietra.
Numerosi scalini ove la pioggia
rovinosa precipita e veloce:
ricordo indelebile da bambina
d’un temporale estivo e l’acqua alta.
La piccola piazza una volta invasa
dal profumo di sedano e finocchio
appena colti, e l’acqua cristallina
dalla montagna fresca e dissetante.
Sempre al dolore e all’amor coniugando
tanto lavoro e fatica gli anziani ,
con opere di studio e carità
al paese han dato lustro e vigore.
Ma dal monte or più non vola il falcone:
sulla valle del Trigno alto si libra
colorato e grande il parapendio,
di forza giovane segno moderno.
Del bel canto amanti anche i Toma Toma
d’ allegria empiono i cuori e di gioia,
spesso alle feste, all’estero o in paese:
folklore, balli e antiche melodie.
Ma… gnè ere bbelle quande uagliune
ijavame ‘n gire fine a ventun’ore,
sicure da lu macchie[2] a lu Cummiente[3],
o da la siberie[4] a la calecàre[5]
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[1] Marisa Gallo, molisana di Montefalcone nel Sannio, insegnante, amante e cultrice della Poesia, più per hobby che per professione, impegnata a restare al passo dei tempi, ma con animo caldo, non sclerotizzato dai media aggressivi.
[2] Lu macchie – la montagna, parte alta del paese
[3] lu cummiente – il convento – parte bassa
[4] la siberie – la parte nord del paese
[5] la calecare – la parte verso verso s-o
Editing: Enzo C. Delli Quadri