di Marisa Gallo

Quande pe’ lu macchie ze’ spennacchiavene le jinestre
Per la festa del Corpus Domini
salendo da lu “Cagliaveitte” verso la montagna,
si andava insieme al mattino presto,
a racimolare fiori d’ogni tipo.
Tutta la collina, divenuta un paradiso
riluceva d’oro in quei giorni,
e a perdita d’occhio, fino al Trigno nella valle,
il grano cominciava a biondeggiare
e splendeva la festosa ginestra:
mare giallo e profumato,
generoso e gratuito…
Le nostre mani elastiche affondavano
tra gli esili, filamentosi, verdi steli …e si tirava su!…
Più aperti o appena in boccio
i fiori lucidi si staccavano copiosi, inebrianti e teneri,
e si riempivano i cesti…
Le risa per nulla… I piccoli gridi
per uno strisciare sommesso tra le pietre…
Più tardi la solenne processione:
L’Ostia consacrata, portata sotto il baldacchino
per le vie del paese,
sostava per una benedizione corale
presso gli altarini addobbati con fede e bellezza.
Tra un volo di fiori e petali variopinti,
si levavano canti e preghiere dai nostri cuori puri e contenti!
< T’adoriam, Ostia divina,
t’adoriam, Ostia d’amor.
Tu dell’angelo il sospiro,
tu dell’uomo sei l’onor.>

Per la festa del CORPUS DOMINI
oggi nelle vie cittadine le magnifiche infiorate:
variopinte, artistiche geometrie
di fede, forme e colori…
Altri bambini, senza lanciare fiori,
ma in gaudiosa attrazione,
cantano lodi al Signore,
col cuore puro, forte e bello!

< T’adoriam, Ostia divina,
t’adoriam, Ostia d’amor.
Tu dei forti la dolcezza,
tu dei deboli il vigor. >
Copyright: Altosannio Magazine
Editing: Enzo C. Delli Quadr