di Benedetto di Sciullo e Giovanni Mariano
Potete divertirvi a sostituire il nome di Re Filippo di Borbone e quello di altri Governanti che si sono succeduti in Italia

Quella, qui di seguito riportata, non è propriamente una filastrocca, ma, piuttosto, un arguto tormentone che una matura donna di Fallo (Ch) soleva spesso ripetere fra sé e sé, per manifestare il proprio disappunto circa le ingiustizie e i soprusi del governo dell’epoca.
In gioventù aveva vissuto a Napoli con il marito che, pur essendo un acceso oppositore della monarchia esercitata da Re Filippo di Borbone, non aveva mai subìto le conseguenze di tale atteggiamento politico.
In ricordo di questi lontani eventi, l’anziana donna sopportava, malvolentieri, la presenza di Re Vittorio Emanuele alla cui sovranità bisognava invece sottostare, tacendo.

Se ne rammaricava fra le mura domestiche recitando i versetti che seguono:
–
Albere, pi me si diventate cippe | Albero, per me sei diventato un ceppo.. |
Come aja fa a suppurtà sti botte ? | Come devo fare a sopportare tutte queste angherie ? |
I chi nin lu so fatte bbuone manche a lu rre filippe, | Io che non ho stimato nemmeno il re filippo, |
Mò ca ci stanne ‘sti quattre fitiente a lu putere | Ora che ci sono al potere questi quattro fetenti |
M’aya sta’ zitte ?!? |
Devo stare zitta !?! |
Copyright Altosannio Magazine
Editing: Enzo C. Delli Quadri