A cura di Angela Caruso

Fra il 1928 e il 1935 un olandese a dorso d’asino si aggirava per l’Abruzzo, vagava di paesino in paesino, si fermava, creava opere d’arte e ripartiva.
L’olandese – il più grande incisore e grafico del Novecento – era nato il 17 giugno 1898 a Leeuwarden e si chiamava Maurits Cornelis Escher.
Da Goriano Sicoli a Opi, da Pettorano sul Gizio a Scanno, da Alfedena a Fara San Martino, senza dimenticare Villalago e l’amatissima Castrovalva (per ammirare il paese dalla stessa prospettiva della litografia escheriana, oggi, dovete fermarvi nel tornante chiamato “Girone Escher”); il maestro nordico tornò tre volte in Abruzzo per realizzare disegni, foto, litografie e xilografie; si innamorò della natura e di tutti quei piccoli paesi arroccati sulle montagne, così diversi da quelli della sua nativa, piatta, Olanda.
Si racconta che una sera Escher si fermò a dormire nella casa del parroco di Castrovalva; una commare paesana, non avendo avuto risposta alla domanda “A chi si fije?”, si insospettì a tal punto che lo fece arrestare con l’accusa inventata di aver preso parte all’attentato a Vittorio Emanuele III, per dire l’accoglienza agricola.
«Mi sono abituato a fare questo tipo di viaggi ogni primavera, mi restituiscono vigore nel corpo e nell’anima e poi raccolgo del materiale per i mesi successivi. Non conosco altra gioia che vagabondare per le colline e attraverso le valli, da paese a paese, sentire gli effetti della natura incontaminata».
Avrebbe voluto dedicare un libro intero all’Abruzzo, il compare, ma non ci riuscì; le sue opere abruzzesi però, esposte nei musei di mezzo mondo, continuano a far rifare gli occhi a tutta l’umanità.

Alfedena (AQ), sullo sfondo il borgo di Scontrone

Belvedere, omaggio all’Abruzzo del 1958, valle subequana,
a sinistra il Sirente
a destra il Gran Sasso

Castrovalva (AQ).
In lontananza Anversa degli Abruzzi e Cocullo.

Fara San Martino (CH)

Opi (AQ)

Pettorano sul Gizio (AQ)

Scanno (AQ)

Villalago (AQ),
l’arco di Escher.

Taccuino sul viaggio abruzzese del 1928 (grazie a Simone D’Angelo).
______________________
Editing: Enzo C. Delli Quadri