Tiberio La Rocca[1]
Le Vine
Prima de la mmalatia
ogni tante capetava,
specialmende ngò candata,
cò bbechier ce scappava.
–
Ne nnè cosa mmalamende
basta sol ca nnè cite,
se può viv liend liend,
te fa bène nen t’accide.
–
Sci, le vine è medecina,
l’hia pegliè matina e sera
nte scherdà ma racchemmanne,
è na cura n-ze matteia.
E’ na cura longa longa,
ne n-fenisce pruopria mè,
cchiù vvè nnennt’ e cchiù te serve,
se te firme povr’ a ttè.
–
Gna se giovene va bbuone,
vive e magna siend a mme,
sci però n’esagerà,
chess è vine ne nnè tè.
–
Gna se vecchie, n-te penà,
mò te dieng ne chenziglie,
fatte sembre co bbechiere
ca te siend gna ne grille.
–
Sci le vine è medecina
e fa bène, siend a mme,
te fa mal se nen-bbive,
mè msura e…… pur a mme.
Il Vino
Prima della malattia
ogni tanto capitava,
specialmente durante il canto
qualche bicchiere di vino si beveva.
–
Non è una cosa cattiva
l’importante è che non sia aceto,
e bevuto lentamente
il vino fa bene, non uccide.
–
Si, il vino è medicina,
va presa mattina e sera
non scordarlo, mi raccomando,
è una cura, non si scherza.
–
È una cura lunga lunga,
non finisce mai
più avanzi con l’età e più serve,
se ti fermi sono guai.
–
Da giovane è tutto a posto,
bevi e mangia, ascolta me
però non esagerare,
ricorda che è vino e non thè.
–
Da vecchio non ti preoccupare,
ora ti do un consiglio
bevi sempre un bicchiere di vino,
e ti sentirai come un grillo.
–
Si, il vino è come medicina
e fa bene, ascolta me
ti senti male se non bevi,
ed allora versa…..e pure a me
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[1] Tiberio La Rocca, Molisano di Poggio Sannita (IS), coltiva da sempre la passione per la poesia e in particolare per il dialetto di origine; ha pubblicato molte raccolte di poesie, con le quali ha ottenuto riconoscimenti e premi.
Copyright Altosannio Magazine
Editing: Enzo C. Delli Quadri
Sono proprio belle le poesie di Tiberio
… e alla salute! Tea e mea.
Un brindisi al poeta scegliendo tra:
Bianco, moscato, frizzante,con bollicine, rinfrescante e dissetante., leggero, Fa pensare a dolci colline sulle quali corre una leggera brezza che ti accarezza e ti scompiglia i capelli, a corsi d’acqua cristallina che scorrono quasi nascosti tra l’erba, il cui rumore si accompagna al sussurro del vento tra gli alberi. Un bicchiere, forse due. Un pò confonde il pensiero , con allegria.
Rosè , tenero al gusto , fresco e gentile, gorgogliante nella gola. Un torrente che scorre a volte tranquillo e a volte trovi delle cascatelle. Scorre in un fresco sottobosco che profuma di fragole e mirtilli. Ne bevi un pò con l’anima un po confusa ma serena.
Rosso, robusto, gusto pieno , si indovina che può ottenebrare la mente e il cuore, con un retrogusto di cannella e miele forse, un’anima di cioccolato, un sapore ” antico” che si credeva dimenticato. Il suo gusto è profondo, a volte aspro e pastoso al contempo, il colore a volte torbido . Fa pensare a tormente di neve in montagna , a burrasche di mare, a folate di vento gelido che ti sferzano il viso , a foreste imperscrutabili , a fiumi dai percorsi perigliosi con forti correnti e rapide, al rischio e al pericolo. Ma è il retrogusto di miele , cannella e cioccolato che ti lascia in bocca che ti fa intuire il dolce e il tenero che la sua anima nasconde.
Precisazione: non sono un’ubriacona!