di Maria Merola

Tramandata da padre in figlio, anche Poggio Sannita, ex Caccavone, come molti altri paesi del Molise, ha una leggenda tutta sua. Nell’860, gli abitanti delle contrade, sapendo che gli invasori si stavano dirigendo verso il Trigno, decisero di mettere in salvo se stessi e le provviste, conservando tutto in recipienti di rame, chiamati “caccavi” che vennero nascosti nei fondaci del castello. I Saraceni giunsero fino al castello, dove però vennero respinti. Quindi al momento della riappropriazione delle provviste non fu possibile identificare i contenitori che erano tutti uguali. Questo portò a numerose liti e il signore del castello decise di far distribuire il contenuto dei caccavi a un monaco benedettino.
Da quel momento e fino ai nostri giorni gli abitanti delle contrade decisero di conservare vino e olio in paese e non presso le masserie. Sempre secondo la leggenda, il paese, per mancanza di acqua, venne benedetto con il vino santo.
Editing: Francesco Di Rienzo
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TUTTI I PAESI, e in questo caso quelli nostri molisani, son stati sempre i rivoli della storia di regni, ducati, marschesati, baronie ecc partecipando alla vita, agli spostamenti, alle guerre ecc dei SOVRANI REGNANTI, che certo amavano i ns luoghi genuini e fedeli con l’ accoglienza, data e ricevuta.
Oggi è un vanto il ricordo ed è bello che non vada perso.