di Paola Giaccio[1]
Nel mio paese, questo gioco si svolgeva nelle feste di settembre, insieme ad altri giochi,
come la corsa nel sacco,
il gioco del coniglio ,
ed altri ancora.
Ma, per ultimo,
perché probabilmente era il più atteso,
l’albero della cuccagna.
Colui che si preparava a salire, si infarinava le mani e i propri vestiti per creare attrito con il palo.
Prosciutti, caciocavalli, soppressati, e salumi vari erano il premio finale.
Era davvero emozionante vedere come ci si accaniva in questa sfida, ma solo chi era più caparbio ci riusciva. Tutti ci si sentiva coinvolti, dall’inizio alla fine, e per questo era forte l’entusiasmo quando, raggiunta la sommità, il vincitore mostrava uno dei trofei alla folla che lo applaudiva come se avesse vinto tutta la comunità.
Era davvero un albero della cuccagna!
[1] Paola Giaccio, Molisana di Agnone, libera professionista, ama profondamente la sua terra d’origine e ad essa dedica tempo e risorse, per divulgarne la bellezza.
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Editing: Enzo C. Delli Quadri