di Maria Delli Quadri [1]
La memoria dei fatti del passato è sempre piena : sembra un otre da cui ogni tanto tiro fuori qualcosa che mi appartiene.
Era il periodo bellico e, a causa del coprifuoco, la messa di mezzanotte non poteva essere celebrata; per questo motivo essa veniva spostata al pomeriggio e noi, grandi e piccoli, andavamo a messa con una bustina contenente qualche arancia, un mandarino, una pizzella e, magari un’ostia.
Alla nascita del bambino, mentre le campane suonavano a festa e Carletto eseguiva magistralmente le note della pastorella, spesso accompagnato dal violino di Petrino, noi davamo fondo alle cibarie… In un attimo la casa di Dio diventava una pattumiera: torsoli , bucce, carte, tutto lanciavamo per aria, cercando di colpirci l’uno con l’altro. Gli adulti ci esortavano a fare i bravi e, scandalizzati, esclamavano: “ Gesù, Gesù, che scustumatìun!” (che scostumatoni).
Noi non davamo retta; esaurite le cartucce, tornavamo a casa, dove non c’era l’albero di Natale con le luci e i doni ad attenderci. Eravamo felici lo stesso, perché non si può rimpiangere ciò che non si conosce.
[1] Maria Delli Quadri, Molisana di Agnone (IS), già Prof.ssa di Lettere oggi in pensione. Ama la musica, la lettura e l’espressione scritta dei suoi sentimenti.
Copyright Altosannio Magazine
Editing: Enzo C. Delli Quadri
Petrino era il famoso sarto Petrino Lauriente? Ho indossato qualche giacca con la sua etichetta. Comunque era il sarto anche di mio padre, qualche decennio (?!) fa!
Si, Pietrino era sarto e sapeva suonare anche il violino. Di lui parlo nel racconto sugli anni ’50