a cura di Enzo C. Delli Quadri
La ‘ngrəspatàura è un asse di legno increspato, utilizzato da donne forti e vigorose che, chine con lunghi grembiuli e con le mani a volte sformate dall’artrite o arrossate dai detersivi aggressivi, sfregavano, energicamente, su di essa, la biancheria che fosse di lino, di canapa e di cotone. Mia madre l’ha utilizzata per almeno 50 anni, fino al 1965/70, se ricordo bene. Ancora oggi essa viene utilizzata da chi non può permettersi la lavatrice o il consumo di elettricità che essa determina. Altrimenti, è utilizzata solo per un semplice e facile prelavaggio.
Così Maria Delli Quadri trascrive, in un suo racconto, la scena di una giovane donna alle prese con la ‘ngrəspatàura (clicca QUI se vuoi leggere tutto il racconto)
Ero ragazza quando mia madre mi mandò a fare una commissione da una zia il cui figlio si era sposato da qualche giorno. Trovai la giovane moglie davanti a una “callara” piena di panni da lavare, panni che erano serviti per il suo matrimonio. Lei strusciava con lena, poverina, per dimostrare che era una brava donna di casa e, quando mi vide, si fermò un attimo, poi, con voracità, addentò una mela, da me offertale come regalo. Il viso arrossato per lo sforzo, i capelli, già di per sé ricci, arruffati e disordinati che scendevano a cascata sulla fronte, non si asciugò neanche la mano per afferrare il frutto inatteso che le forniva l’occasione di fare una piccola pausa. La scena mi è rimasta impressa tanto che non l’ho mai dimenticata. La ragazza voleva fare bella figura, nella sua nuova casa, con la suocera che, dal suo canto, l’aveva già messa alla prova, affidandole un compito così gravoso. Quella fu la sua “luna di miele”; così andava il mondo allora.
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Editing: Enzo C. Delli Quadri