di Maria Delli Quadri [1]
Oggi a tavola eravamo in quattro e non in due come sempre. Chiacchiere, discorsi, sorrisi, il piacere di essere insieme dopo anni in cui ci siamo visti di tanto in tanto. Il lessico familiare che torna in auge, i ricordi che riaffiorano, le abitudini che ridiventano comuni: è stato bello stare seduti ciascuno a quello che era il suo posto prima. I miei due figli oggi sono adulti, lavorano e vivono lontani da me. Il loro cammino è stato lungo, a ripensarci, ma è passato in un baleno. ” Alle 5 della sera” sono andati via, ognuno al suo posto di lavoro e la casa è tornata al suo silenzio abituale.
La scena, magistralmente descritta da Maria, è comune alla quasi totalità delle famiglie dell’Altosannio che hanno assistito all’emigrazione forzata dei loro figli. Ricordo l’entusiasmo di mia madre quando arrivavo da Torino o Milano o dalla scozzese Glasgw; la sua tavola apparecchiata le era costata, immagino, tanta passione e tanto lavoro; la sua frase finale, quando ripartivo, “alle cinque della sera” era sempre la stessa: “E’ stato un sogno” (Enzo C. Delli Quadri)
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[1] Maria Delli Quadri, Molisana di Agnone (IS), già Prof.ssa di Lettere oggi in pensione. Ama la musica, la lettura e l’espressione scritta dei suoi sentimenti.
Le frasi che dico io sono: “fai piano” oppure: “Abbada(sic) a te”. poi mi affaccio alla ringhiera e li seguo mentre scendono le scal.
Come sarebbe bello se quel “sogno” potesse tornare a vivere!!! Può avvenire ancora solo nella nostra memoria!
Anche le frasi di commiato di Maria sono piene di saggia cura materna , pur meno auliche del sogno!
Che magnifici ricordi!