di Maria Delli Quadri [1]
I bambini, una volta, giocavano per strada, senza pericoli per la loro incolumità. Correvano e saltavano, facevano giochi collettivi, litigavano gridavano si scontravano. Tutto era nella normalità e le vie risuonavano della loro allegria. Tutti noi siamo cresciuti così, con scarpe rotte e abiti informi, felici di vivere in libertà e autonomia. ogni tanto una mamma si affacciava per controllare che tutto procedesse bene, che nessuno si fosse fatto male; poi,tranquilla, rientrava in casa a sbrigare le sue faccende. Intanto noi, sulla strada sterrata, ci sbizzarrivamo a fare “i 4 cantoni”, “uno,due,tre stella”, “mazzapezzotte” ” scoppa a nasconne” e “scoppa a’cchiappà”. E poi c’era la corda per saltare, c’erano le “vricce” per riposarci, c’erano i maschi da guardare a “zomba cavallo”, o col cerchio. Qualche volta tutti insieme mettevamo su il gioco dei pegni o andavamo” a Gerusalemme senza ridere e senza piangere” .Di questo ed altro si è nutrita la nostra fantasia, nei lunghi pomeriggi estivi e noi, affamati, assetati e stanchi, all’imbrunire, tornavamo a casa dove crollavamo per la fame e il sonno.
Cara infanzia! L’abbiamo vissuta in ristrettezza, ma felici: ci sentivamo i padroni del mondo. Oggi i ragazzi vengono accompagnati dai genitori in palestra, in piscina, a studiare musica; sono puliti, educati, parlano l’italiano, giocano in casa con le costruzioni Lego o con le bambole , guardano i cartoni animati in TV, maneggiano il computer con perizia e quando festeggiano il compleanno, vanno con gli “amichetti” in ludoteca.
(Foto da web di Gabriella Citossi)
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[1] Maria Delli Quadri, Molisana di Agnone (IS), prof.ssa di Lettere, oggi in pensione. Ama la musica, la lettura e l’espressione scritta dei suoi sentimenti. In questa rubrica Maria volge lo sguardo sul mondo almosaviano e nascono pensieri e ricordi.
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Editing: Enzo C. Delli Quadri
Non cambierei la mia dolcissima infanzia con nessuna al mondo, grazie Maria.
Magari giocassero con i Lego o con le bambole. ormai giocano solo con giochi interattivi
anche i loro affetti saranno … interattivi…..
talmente vero, preciso e riferibile anche ai giochi infantili che si facevano al mio paese e che anch’io spesso ho fatto, che vorrei poter mettere accanto al tuo racconto anche il mio nome … che ne dici, cara MARIA? solo una piccolissima differenza: il gioco” scappa a nasconne ” al mio paese, Montefalcone, si diceva la “cricatte” ed etimologicamente deriva da CRIPTA luogo sotterraneo, quindi nascosto e quindi il passaggio successivo dialettale a “cricatte” DA UNA RICERCA di tesi di una laureanda del mio paese. Confermo dunque che – sia che lo chiamiamo in agnonese o in montefalconese -quel bel gioco oggi veramente lo facciamo solo con la nostra ancor fervida FANTASIA!
Purtroppo il bel tempo passato volge al termine, se non si reagisce, il momento e triste e pericoloso, speriamo vinca il bene di gente dedita alla vera Fede.