a cura di Enzo C. Delli Quadri [1]
Matura a settembre un frutto antico, il fico, la cui dolcezza attira l’uomo da tempi immemorabili. È citato persino nel Vecchio Testamento come simbolo di abbondanza. Secondo alcuni, non fu la mela a decidere le sorti di Adamo ed Eva e dell’umanità punita di conseguenza, ma un fico.

Storia
Esistono testimonianze che il fico fosse coltivato in Mesopotamia e in Palestina circa 8000 A.C.. Da lì si diffuse in tutto il bacino del Mediterraneo e, quindi, anche da noi in Altosannio: I Babilonesi lo coltivavano come una delizia rara e ricercata; gli antichi Egizi lo veneravano quale albero della vita e dell’immortalità; i Greci lo tenevano in gran conto e per gli antichi Romani il fico era sacro insieme all’ulivo e alla vite, protettore della fortuna e protettrice della casa. Infatti si dice che Romolo e Remo, fondatori della città, fossero stati allattati dalla famosa lupa sotto un fico.
Descrizione
Il fico comune appartiene alla famiglia delle Moraceae il suo nome scientifico è Ficus Carica il nome Carica fa riferimento ad una regione dell’Asia Minore, la Caria che si trova nell’odierna Turchia. Ve ne sono di due tipi. Il tipo selvatico o caprifico e il tipo domestico che produce i fichi così gustosi e dolci. Il caprifico profuma in tutta la pianta e specie nel periodo caldo emana un intenso profumo…. Il fico domestico fruttifica in due epoche diverse: in estate i suoi frutti vengono detti fioroni; in autunno vengono chiamati fichi-veri. La pianta si sviluppa al meglio in clima caldo e asciutto, resiste bene alla siccità quindi si sviluppa, maggiormente, nelle regioni meridionali, raggiungendo un’altezza che può arrivare sino agli 8 metri. Le varietà del fico sono numerose e il colore dei frutti può essere bianco o nero: i fichi bianchi hanno la pelle più sottile e son più dolci; quelli neri sono di pezzatura maggiore. Una delle varietà di fico più note e apprezzate è il fico Brogiotto.
Il Brogiotto nero
Il Brogiotto nero è viola scuro, tondeggiante e zuccherino; la buccia è sottile con la polpa molto profumata. Il suo albero è grande, a vegetazione espansa con fogliame ricco e con rami che scendono sino al suolo, dando alla pianta forma globosa. I fichi maturano continuamente da settembre a tutto ottobre e la pianta è molto produttiva. Questa varietà era conosciuta ed apprezzata già nella Roma antica e Plino affermava che da molti era considerato il migliore di tutti i fichi come lo è ancor oggi. Purtroppo la pioggia battente di settembre e l’umido di ottobre danneggiano i fichi li spaccano e li fanno marcire; per questo motivo si perde parte della loro produzione.
Il Brogiotto Bianco
Il Brogiotto bianco è un frutto medio grosso allungato e buccia sottile di colore verde-chiaro, all’inizio della maturazione; prende sfumature gialline quando il frutto è maturo. Una sua caratteristica è che, a maturità piena, il frutto si fessura lasciando intravedere il bianco sottostante e la sua buccia diventa così sottile che non son pochi quelli che, non riuscendo a sbucciarla, la mangiano appena lavata. La polpa profumata, color rosso ambra è squisita; il sapore, dolce e gentile, rivaleggia in fatto di bontà con suo omonimo “Brogiotto nero”. La pianta è maestosa, con foglie molto grandi, molto produttiva e regolare nella sua fruttificazione. I suoi fichi iniziano a maturare da metà agosto a tutto settembre ma se il clima è caldo continuano a maturare per tutto ottobre. Il “Brogiotto bianco” non primeggia solo come frutto fresco ma è insuperabile anche quando è secco per la morbidezza che mantiene malgrado l’asciuttezza dell’essiccazione. Questa varietà per prosperare al meglio vuole clima mite e terreno particolarmente grasso; le sue poderose radici si allungano per diversi metri e rivaleggano con l’ampiezza della sua chioma.
[1] Fonte: http://ortopertuttiblog.blogspot.it/2011/10/piante-da-frutto_19.html
Editing: Enzo C. Delli Quadri
Copyright: Altosannio Magazine
Questo articolo, “a tutto tondo”: storia, descrizione, immagini e parole usate sono un fico brogiotto- hai penetrato l’essenza, stimolando l’attenzione e allettando il lettore a provare, secondo le opportunità, il frutto – bianco o nero- con gusto!