A cura di Enzo C. Delli Quadri
Materiale: 1 biglia per giocatore
Giocatori: minimo 3, massimo 5 giocatori
Spazio di gioco: all’aperto, terreno senza erba
Svolgimento
Si gioca a biglie da molto tempo. Erano già note in Egitto e a Roma (i Romani usavano noci e nocciole). All’origine erano di marmo, poi furono realizzate con materiali più economici come vetro e terracotta.
Si scava una buca “tana” del diametro di circa 10 centimetri e profonda 2–3 cm.
Ad una distanza di circa 3-4 passi si segna per terra la linea di partenza.
All’inizio ogni giocatore tira la biglia cercando di avvicinarsi il più possibile alla tana.
Chi è entrato o si è avvicinato di più alla tana ha diritto di iniziare.
Prima di tutto la biglia deve entrare in tana.
In seguito si devono colpire le biglie degli avversari “teca”.
Prima di tirare ci si può avvicinare di una spanna.
Se si riesce a colpire l’avversario, questo è eliminato; in caso contrario il turno passa alla seconda biglia più vicina alla tana.
Regole:
C’è la possibilità di colpire l’avversario prima di aver fatto tana a condizione di entrarci subito con il tiro successivo.
Nel caso in cui non si entra in tana, la biglia non è da ritenersi colpita. Vince chi non è mai stato colpito.
Editing: Enzo C. Delli Quadri
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Anche noi ragazze giocavamo a questo gioco. Il posto preferito era alla “stazione” (attuale villetta) quando la mano dell’uomo non aveva ancora modificato il piazzale e c’era lo sterrato con dossi e cunette perfettamente adeguati all’uopo. In pratica il terreno era diventato un vero e proprio campo di minigolf. Essendo terreno battuto non si modificava con le piogge e quindi restava sempre uguale con percorsi, buche e quant’altro permanenti.
Qualcosa del “fanciullino” pascoliano resta in noi, sempre, e la memoria ci conforta anche delle piccole sconfitte del tempo d’infanzia… ORA CHE TUTTO è DIVENTATO “RAGIONE”