Un tempo, quando non c’erano le macchine e i bambini potevano giocare liberamente per strada, ci si divertiva con giochi semplici e ingenui, come semplici e ingenui erano quei bambini. Il gioco che Francesco Di Menna ci descrive fa parte proprio di quella categoria. Si tratta di un gioco tipico del quartiere dove lui abitava, sconosciuto in altri quartieri.
Già, perché anche questo accadeva: ogni quartiere aveva i suoi giochi, magari dai nomi bislacchi, utili a costruire l’identità comune (n.d.r.)
Ru scugnellàun
di Francesco Di Menna [1]

“Ru scugnellàun” era un gioco le cui componenti, all’epoca della mia infanzia, era facile trovare: un nutrito gruppo di bambini ed uno spazio sufficientemente ampio.
Per noi di Sant’Emidio¹, il campo di azione comprendeva la zona del mercato e le scalette
di Sant’Antonio².
Si iniziava con il sorteggio del “cacciatore”, primo anello della catena umana che si sarebbe progressivamente formata: a lui spettava il compito di inseguire e “catturare” i tanti partecipanti che correvano disordinatamente sul campo di gioco.

Il primo che veniva preso era costretto ad allearsi con il cacciatore ed insieme, tenendosi saldamente per mano, continuavano la caccia.
Le “prede” successive, subendo la stessa sorte, contribuivano ad allungare la catena che, inesorabilmente, finiva per prendere tutti.
Gioco strano in cui non c’erano né vincitori né vinti.
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¹-² Sant’Emidio e Sant’Antonio sono due chiese parrocchiali di Agnone che danno il nome agli omonimi quartieri
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[1] Francesco Di Menna: Nato ad Agnone, si è laureato in giurisprudenza presso l’Università di Napoli. Abilitato all’esercizio della professione di avvocato, dal 1979 ha lavorato presso il Ministero dell’Interno ricoprendo ruoli di sempre maggiore responsabilità. E’ stato Prefetto di Imperia e di Campobasso.
Editing: Flora Delli Quadri
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Questo era un gioco che io non ho conosciuto, né praticato. Forse era più per maschi. Ai tempi miei c’era una rigida divisione tra maschi e femmine.
Decisamente un gioco strano, ma secondo me i bambini che lo facevano dovevano divertirsi da matti