A cura di Maria Delli Quadri [1]
Filastrocche scherzose o di carattere religioso che riflettono, soprattutto queste ultime, l’ingenuità, ma anche la grande fede dei nostri antenati. Simili antiche costumanze, anello che ci lega ai padri , ricordano un passato quasi primitivo che va man mano scomparendo, sotto l’influsso delle nuove civiltà, della tecnologia e di altre usanze importate anche da paesi stranieri. Tutto ciò è un fatto positivo, perché mostra che il paese si evolve verso modelli diversi di civiltà, ma nello stesso tempo ci induce a riflettere, anche con una certa malinconia, che i buoni costumi dei nostri padri prima o poi spariranno e noi stessi saremo costretti a dimenticare le antiche tradizioni. Forse è giusto che sia così. Le generazioni si succedono (in media quattro ogni cento anni); è fatale che gli usi e i costumi si trasformino ed ogni epoca abbia le sue caratteristiche.
Jennéarə, tiémbə də salgiccə
Nciccə e nciccə
dammə nu pochə də salgiccia
nən menə denn tanta poca
ca se sctruie pə ru fuachə
dammela giusctamentə
ca Sant’ Anduan s’ accundenda
Carnəvalə
Carnəval, chəmmua sci muortə
l’anzalata tənivə all’uortə
ru prəsuttə tənivə appisə
carnəval, pozz’esse mbbìsə

Quaresəma
Quaresima puvərella
n’alicə e na sardella
na patana cotta all’acqua
nu bəcchiere də vinə sciacquə
Gennaio, tempo di salsicce
Nciccə, nciccə
Dammi un poco di salsiccia.
Non darmene troppo poco
Che va sprecata sul fuoco.
Dammene quanto basta
che Sant’Antonio s’accontenta.
Carnevale
Carnevale perché sei morto,
l’insalata avevi nell’orto,
il prosciutto avevi a disposizione,
Carnevale che tu possa morire impiccato.
Quaresima
Quaresima poverella
un’alice e una sardella,
una patata cotta all’acqua,
e un bicchiere di vino allungato con l’acqua.
editing di Enzo C. Delli Quadri
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[1] Maria Delli Quadri, Molisana di Agnone (IS), già Prof.ssa di Lettere oggi in pensione. Ama la musica, la lettura e l’espressione scritta dei suoi sentimenti.