Poesia di Giuseppe Merola[1],
tratta dal libro “Poeti Dialettali di Agnone” curato da Domenico Meo[2]
Dənèndə a ddu elméttə
Rəcùordə də na guèrra
óramìe lundana
ca frìetə e frìetə
məttèttə cóndra
e la mòrtə arraccuglièttə
a jummèllə.
Chə c’étə lassatə?
Schitta nu zəffunnə
déndrə all’alma,
cóm’e nu chjùovə lunghə
ch’a fərmatə ru tucchə e ttucchə
də ru chéurə.
Dəštruzìun’e mòrtə
səmbràvanə nu rəcùordə
amarə sció, ma nu rəcùordə.
Chəmmùo s’arcumènza sèmbrə?
“Fratellanza fra uomini”
addó štìe? fattə avvədajjə.
Améurə: arréndra,
sficca šsu chjùovə,
fa vattə štu chéurə,
ardaccə la pacə.
Davanti a due elmetti
Ricordo della guerra
ormai lontana
che fratelli e fratelli
mise contro
e la morte raccolse
a giumelle (in quantità).
Che ci avete lasciato?
Solo un profondo dirupo
dentro l’anima,
come un chiodo lungo
che ha fermato il ticchettio
del cuore.
Distruzioni e morte
sembravano un ricordo
amaro si, ma un ricordo.
Perché si ricomincia sempre?
“Fratellanza fra uomini”
dove sei? fatti vedere.
Amore: rientra,
togli quel chiodo,
fai battere il cuore,
ridonaci la pace.
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[1] Giuseppe Merola. Nasce il 22 ottobre 1947 ad Agnone, dove frequenta le scuole Elementari e Medie e si diploma perito meccanico nel 1968. A 22 anni, per motivi occupazionali, emigra in Sud Africa, prima nella città di Nigel, dove lavora per una fabbrica di materiali elettrici, e poi a Pretoria alle dipendenze della Fiat. Trascorsi due anni, torna nella sua amata cittadina. Nel 1976 trova impiego nelle Esattorie Consorziali di Agnone in qualità di tesoriere e viene destinato ai comuni di Belmonte del Sannio, Piatrabbondante e Castelverrino. Successivamente lavora nell’ufficio del suo paese. ˙E in pensione dal 2005. Da circa quaranta anni si occupa di Archeologia ed è socio fondatore dell’Archeoclub d’Italia sezione di Agnone intitolato a Francesco Saverio Cremonese. Si dedica alacremente a raccogliere, conservare e catalogare santini, oleografie, immagini, iconografie sacre, documenti d’epoca e oggettistica varia. Ha collaborato con la Sovrintendenza per la ricerca dei reperti, la relativa mostra e la realizzazione del volume Agnone, Il museo Emidiano. Il territorio, 1985. Ama studiare i segreti legati agli antichi mestieri, con particolare attenzione all’arte orafa e dell’argenteria e si diletta a realizzare monili e oggetti in filigrana. Pacato, mite, riflessivo, animato dal desiderio di sapere, conoscere e amare. Nelle sue poesie, ricche di sentimenti familiari, molto spesso si avverte una leggera inquietudine, in altri casi spicca un’ironia piacevole e punzecchiante.
[2] Domenico Meo. Abruzzese di Castelguidone (CH), ma agnonese di fatto, lavora alla Asrem di Agnone (IS). Si occupa, in termini scientifici, di dialetto, riti, usi e tradizioni popolari. Tanti i suoi libri, su cui giganteggia il Vocabolario della lingua di Agnone. . In questo suo ultimo lavoro Domenico Meo opera per resistere contro il livellamento estremo della globalizzazione, ridando luce e voce alle tante bellissime sfumature del nostro dialetto, attraverso la scoperta o la riscoperta dei nostri Poeti Dialettali. (Il libro è disponibile telefonando allo +39 0865 78647 oppure +39 329 6245907)
Musica Chopin Notturno n. 19, op. 72, n. 1
Editing: Enzo C. Delli Quadri
Caro Enzo,ti ringrazio di cuore per aver preso in considerazione una delle mie poesie.
Viva le nostre radici abruzzesi.
Grazie a te, per le emozioni che susciti
Veramente toccante questa poesia. Complimenti Giuseppe Merola