La Agnone del passato era una città artigiana per eccellenza, con un elevato potenziale economico. Ancora negli anni ’60 del secolo scorso, questa prerogativa ne caratterizzava il tessuto sociale. Vincenzo Cacciavillani, un bambino di 10 anni che nel 1962 frequentava la 4° elementare, ci offre questo spaccato sulla Agnone dell’epoca che ha dello stupefacente per il rigore e la completezza dell’informazione.
Il seguente “pensierino” è tratto dal giornalino “Cuore” edito dalle Scuole Elementari di Agnone negli anni che vanno dal 1961 al 1968. Grafico elaborato dalla redazione (n.d.r.)
IL NOSTRO COMMERCIO…
Cacciavillani Vincenzo – classe 4°- sez. B – Agnone – 1962

Ho domandato al babbo sul numero e la specie dei negozi e botteghe artigiane del mio paese, perché solo dal suo ufficio si possono sapere tali notizie.
In Agnone ci sono 146 negozi; di essi 53 vendono generi alimentari.
I rimanenti vendono generi diversi e non alimentari, tra cui:
26 di tessuti e abbigliamento;
6 di calzature;
2 di cappelli e berretti;
3 di mobili;
9 di oggetti preziosi e orologi;
3 di elettrodomestici;
2 di cartoleria, cancelleria e libri;
2 di giornali e riviste;
4 di apparecchi radio e televisori;
4 di profumeria;
6 di bombole di gas liquido
Le botteghe artigiane sono:
4 officine meccaniche;
26 calzolai;
4 maniscalchi;
13 falegnami,
2 fabbri,
5 pittori,
8 sarti,
9 barbieri,
4 parrucchieri,
2 fotografi,
1 orefice, ( orafo nda)
10 muratori,
6 appaltatori edili,
1 fabbrica di mattoni,
12 ramai,
2 barilai,
2 industrie del rame,
1 fonderia di campane,
1 lanificio,
2 dolcieri,
1 bilanciaio.
Però nel mio paese vengono esercitate altre attività che non risultano dagli atti dell’ufficio del babbo. Molte donne lavorano a maglia, altre tessono con i telai antichi e fino a pochi anni fa c’era ancora uno scarda-lana
Vedo che non è menzionato nessun “Forno” che vende o
comunque cuoce pane .
Ecco la prova che….non si vive di solo pane obiettò qualcuno ,
ma forse ed è più probabile che venissero elencati gli almeno
8 forni del tempo o in negozi alimentari o come botteghe artigianali .
Otto?
Patriarca a sant’Antonio,
Antonetta alla ripa,
Mercede per il corso,
Turlonio pure per il corso.
Bomba per il corso
Franco per il corso
Chi sono gli altri? mi sfuggono. Comunque è come dici tu, colui che vende pane è equiparato ad un normale venditore di generi alimentari. Quello che mi stupisce sono proprio i 53 negozi di generi alimentari, sono davvero tanti e non riesco a collocarli nella memoria.