Poesia di Rita Cerimele
(Molti di noi, arrivando in paese o partendone, sono sicuramente passati a salutare i cari che non ci sono più)
Si può ascoltare la morte? Recandoci al cimitero per la visita ai nostri cari scomparsi, porgiamo l’orecchio alle foglie che cadono; al profumo dei fiori; al tremolio della fiamma delle candele, dei ceri e dei lumini. Non tralasciamo il dondolio dei cipressi accarezzati dal vento perché questa è la voce della morte; una morte apparente, da non temere, perché ha ancora tanto da dire, e, con queste manifestazioni, ci suggerisce di viverla bene la vita per dar voce, un domani, alle spoglie che parleranno di noi.
Ascolto
Il roco canto
dei cipressi
mossi dal vento
rompe un inquieto silenzio.
E’ gravoso l’ascolto
di chi
non tende l’orecchio
perché ha dentro la pace
Dipinto di Daniele Marotta
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[1] Rita Cerimele, Molisana di Agnone (IS), ama i racconti ma soprattutto la poesia in tutte le sue forme, da quelle tradizionali a quelle più innovative (haiku, senryu ed haiga).
Sempre gotica e…brava.