di Fabio Sammartino

Nasce il 29 marzo 1831 a Civitanova del Sannio da Urbano Cardarelli e Clementina Lemme, nobile, che alcuni vogliono di Belmonte del Sannio, ma altri di Agnone. Giovanissimo, nel 1853 si laurea in Medicina e Chirurgia. Con una falsa identità, per ragioni di età, partecipò al concorso da assistente al Complesso degli Incurabili dove risultò primo. Svolgendo la pratica medica, le sue notevoli capacità diagnostiche, innovative per la clinica del suo tempo, lo resero celebre facendogli guadagnare il rispetto e il favore dei migliori nomi della medicina italiana. Quando divenne primario nel suddetto ospedale, “il Grande Clinico” poteva già contare un vasto stuolo di discepoli richiamati dalla sua grande fama e desiderosi di ascoltare la sua dottrina. Nel 1880 vince la cattedra di Patologia Medica alla Regia università di Napoli, dove insegnerà ininterrottamente fino al 1923, quando è costretto a lasciare la docenza a causa della sua veneranda età (92 anni).

Nel 1880 viene eletto deputato alla Camera presso il Collegio di Isernia fino al 1894. In seguito fu nominato Senatore del Regno d’Italia per altre due legislature. Muore a Napoli l’8 gennaio 1927. I suoi resti riposano nel paesello alto molisano che gli ha dato i natali, nel cimitero che lui stesso contribuì a costruire. Fu medico di fiducia di personaggi celebri come Giuseppe Garibaldi, i sovrani Vittorio Emanuele II e Umberto I, Giuseppe Verdi e il filosofo Benedetto Croce. A lui sono stati intitolati l’ospedale di Napoli (il più grande del Sud Italia) e il Presidio Ospedaliero di Campobasso. La mia trisavola era Maddalena Cardarelli, una delle diverse sorelle, che sposò il mio trisavolo notaio Cesare Valerio. Mio zio, il compianto dott. Giuseppe e fratello di mia madre, mi raccontava che fu costretto a dare nuovamente un esame proprio per i suoi natali ecc. Storia assurda, ma verissima !!!!
Fatto realmente accaduto
Un poveraccio, quello che una volta veniva chiamato “cafone”, decise di andare dal noto clinico Antonio Cardarelli, che tornava al suo paesello, Civitanova del Sannio, da Napoli, per dispensare visite ai bisognosi e disgraziati di ogni tipo. Il cafone, afflitto effettivamente da vari problemi fisici, esordì ” Dottò me fa male qua e me fa male la……..” il noto medico si rivolse al suo umile paziente, con un’aria da grandissimo Professore, Accademico, Clinico e dice ” Devi mangiare meno, evita questo, evita quello, niente vino, niente quello, niente questo e bevi un bel bicchiere di acqua della fonte su alla “montagnola”. Il povero paziente, e immaginatevi la scena, disse ” Dottò mi sci ammazzate du volde”……