di Mario Vaccarella

A novembre il sole tramonta con celerità, e con esso si oscurano oggetti e case, è l’ora in cui s’imbruniscono anche i ricordi, che malinconicamente ritornano. Lo scoppiettio delle moto agricole, come dei petardi di capodanno, rompe il lungo silenzio della giornata autunnale.
Nel basso borgo è un viavai di mezzi e persone che tornano dai campi; nonostante la buona giornata, sono infreddolite dalla “voria”: vento secco della stagione autunnale. Gli anelli di ferro al muro non legano più gli asini, i vecchi ricoveri sono stati trasformati in autorimesse per attrezzature e mezzi agricole. C’è il vecchio frantoio dietro gli orti; ha ripreso vita con una fantomatica e coraggiosa cooperativa.
Tenui lucine gialle degli antichi lampioni di legno si accendono come stelline nella notte dando luce e ombre a persone e cose. S’illuminano anche le stanze, una dopo l’altra, per prima la cucina; s’intravede una vecchietta attizzare il fuoco del camino, aggiunge legna per aumentare il calore nell’ambiente. Le donnine sia pur stanche si apprestano a preparare la cena; è sul fuoco del pibigas una padella con olio che, al suo friggere, sembra applaudire il tuffo delle patate.
I maschi grandi e piccini, ogni uno con la sua forza, depongono nei depositi attrezzature: teli, reti e il prezioso carico in sacchi di tela contenenti il raccolto della giornata. Un non definito marchio di fabbrica impresso su esso, in spagnolo o portoghese né specificava la provenienza e il contenuto: “Caffè do brasil”. Nonostante la stanchezza della giornata, l’uomo con la barba bianca trascina dentro casa il sacco con olive, frasche e rami, per poi, dopo cena, “nettarlo ”.
Il tutto suscitava affascinanti emozioni.
Anche adesso che novembre è andato e la sera è sopraggiunta, il mio passato mi emoziona e mi accarezza come allora, supera il continente del passato dei sogni e della realtà, lasciando a un odore, un suono, a un alito di vento, o semplicemente sfiorando una pietra, una foto per respirare la memoria di chi ha abitato nel mio mondo.
Copyright: Altosannio Magazine
Editing: Enzo C. Delli Quadri