Poesia di Rodrigo Cieri[1]
A la penzione
Idì che me succede a la vecchiaje!?
Me facce na cursette la matine
e pure na nutate a la piscine.
A fa caccose nen me štanche maie.
Da pensionate zappe pure l’orte,
l’attrezze tenghe ‘n mane p’allenarme
e pe’ vangà’, nen facce pe’ vvantarme,
‘ntuštanne nche la mazze, vajje forte,
ma lu raccolte è štorte e j me ’ncazze.
“Pecché nen pinse a legge’ e scrive’ štorie!
E lasse a turturà’ ‘nsalate e fojje!
– la mojja mè me dice – Fa’….fa’ lu mazze!
Le lumachine freche la cicorie,
lu musce hatte sgrizze e… mo se cojje!”
In pensione
Ma guarda che mi succede alla vecchiaia!?
Mi faccio una corsetta la mattina
e pure una nuotata in piscina.
Di fare qualcosa non mi stanco mai.
Da pensionato zappo pure l’orto,
l’attrezzo tengo in mano per allenarmi
e per vangare, non faccio per vantarmi,
maneggiando con la mazza, vado forte,
ma il raccolto è scarso e io mi adiro.
“Perché non pensi a leggere e scrivere storie!
E smetti di torturare insalata e verdure!
– esclama mia moglie – Fa’… fa’ il mazzo!
Le lumachine bucano la cicoria,
il gatto innaffia e… chissà se si raccoglie!”
[1] Rodrigo Cieri, abruzzese di Celenza sul Trigno, di madre molisana, una vita dedicata alla Scuola, da docente e poi da Preside, dedito all’impegno sociale e la promozione culturale che porta avanti con testardaggine, in paese e neIl’ Alto Vastese. Coltiva un’antica passione, la pura poesia, in lingua, o più spesso in vernacolo, ottenendo consensi e premi.
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Editing: Enzo C. Delli Quadri
SEMPRE un sottofondo di gradita ironia nei sonetti di RODRIGO , che ne rendono piacevole la lettura. Questo in particolare ha anche un saggio suggerimento della sua metà- la moglie- che conoscendolo bene gli consiglia di adoperare ancora, pure in pensione , la penna nella quale è certamente più maestro e fortunato. E condivido appieno il consiglio di sua moglie!!