Poesia di Bruno Marinelli [1]
L’emigrante
Quella faccia tua, quegli occhi neri,
e quella fontanella che cantava
mentre io aspettavo che arrivassi tu:
Il treno corre, corre e s’allontana,
chissà ora quando lo rivedrò più.
E impilzate sopra alla montagna
le casette dove quando fa giorno
senti l’odor di pane appena fatto,
dove la vita passa a “burrare” sangue,
dove chi è più ricco non ha niente.
E quella vecchia che mi ha detto: “Figlio!”
piangendo come piange un bambino,
“non far che non torni più”.
Il treno corre, corre e s’allontana,
chissà ora quando lo rivedrò più.
già pubblicata su Altosannio.it il 27 febbraio 2016
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[1] Bruno Marinelli, molisano di Rionero Sannitico, costretto ad abbandonare gli studi universitari per dedicarsi al lavoro in banca, ha operato nel sindacato, senza mai abbandonare la sua passione per la poesia dialettale.
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Versi nostalgici e pieni di sentimento: bellissima la chiosa.
struggente a musica, bellissimi i versi. grazie
Bella poesia, con una vena di melanconia che suscita tenerezza e voglia struggente di accompagnarla con un canto corale. Priovo a musicarla. Se mi riesce ve lo comunicherò e ne farò dono all’autore dei versi.
Grazie. Faccelo sapere all’indirizzo almosava@gmail.com